ANTONINO CONTI
Nato a Catania nel 1947, intraprende fin da giovane gli studi di pittura presso un istituto professionale, e in seguito si dedica allo studio degli antichi maestri, frequentando circoli artistici e culturali, attraverso i quali entra in contatto con numerosi pittori ed in particolare con Orazio Reitano, che lo indirizza allo studio dei classici. Nel frattempo, esegue decorazioni in edifici aristocratici catanesi sotto la guida dell'ing. Alfio Mangano di S. Lio. L'opera pittorica di Conti si basa su un solido presupposto filosofico: l'Arte è concepita come espressione del divino che ci purifica e indirizza verso valori più alti e "più angelici che umani". Questa concezione, insieme allo studio della letteratura classica, lo avvicina ad uno stile di pittura romantico, soprattutto nella produzione paesaggistica, dove l'artista sembra esprimere quello che Burke chiamava il senso del "sublime": i paesaggi sono ritratti con visione malinconica e struggente, sottolineando il senso di smarrimento dell'animo umano nei confronti della grandiosità e vastità della natura e del creato. Conti dipinge grandi distese, con pennellate irregolari che sfumano forme e confini, dove l'animo spaurito vaga in cerca del divino e dell'infinito, costellate da rovine di edifici classici, che, pur aggrediti dalla corrosione del tempo, testimoniano ancora ai nostri occhi stupiti la grandiosità delle civiltà passate. Paesaggi ancora popolati da Dei e ninfe, o da solitari pastori che con lo sparuto gregge ammirano l'immensità della natura, figure spettrali o giocose che si muovono fra le fronde, o emergono dalle onde spumeggianti del mare. L'amore per la classicità, per i suoi miti e i simboli è espresso altresì nelle pittoresche raffigurazioni di reperti archeologici, vasi, coppe, anfore, busti scultorei, bassorilievi di antichi guerrieri, ritratti con sapienti pennellate e colpi di spatola ed un uso studiato delle cromie, che sembra rendere antichizzata l'immagine. La gamma cromatica, nei suoi grigi, ocra, crete, scarlatti, azzurri cupi o verdi smeraldini, ripropone le cromie degli antichi manufatti della classicità, come nei morbidi panneggi delle tuniche delle matrone o dei filosofi dell'antica Grecia. Nelle figure umane, invece, domina la morbidezza del tratto, dei volti, delle acconciature e dei panneggi, gli sguardi sono pensosi e assorti, espressione un animo che vaga e palpita alla ricerca della conoscenza e del vero significato delle cose.
L'opera di Conti é dunque carica di lirismo e di profonde suggestioni, supportata dalla perizia tecnica e dell'amore per quelle civiltà che, fortemente legate alla storia e alla cultura della nostra Sicilia, sono parte della nostra identità e dei nostri valori più alti.
Dalla sua prima personale, allestita presso il Centro Culturale "Le Vernissage" di Catania nel 1987, Conti ha esposto in numerose rassegne e le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private e in qualificate pubblicazioni e annuari d'arte contemporanea. Di recente, ha partecipato alla "Prima Biennale della Creatività" di Verona, presentata dal prof. Vittorio Sgarbi (2014), alla Rassega d'Arte Espressiva "Arte, Natura e Vita" presso l'Orto Botanico di Catania (2015) e alla Rassegna "Etna Arte Expo - Il Cammino dell'Arte" al Palazzo della Cultura di Paternò (2017). Le sue opere sono in permanenza presso la galleria "Le Passe-partout d'Or" di Catania.
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E. C.