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GIORGIO MIGLIORI
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GIORGIO MIGLIORI nasce a Catania nel 1947, in un quartiere di periferia, ricco di botteghe artigiane di scultori e modellatori del marmo, del legno e della creta, stimoli che fin da piccolo lo portano a sviluppare una precoce passione per l’arte, la creatività e le attività umane e manuali. Nel 1966 consegue il diploma di Maestro d’Arte, sezione pittorica, per poi iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Catania, sezione scenografia. Dal '76 al '79 insegna educazione artistica a Varese, continuando a coltivare il suo interesse per la pittura, prediligendo in particolare i paesaggi e le figure tipiche dell’ambiente rurale siciliano. Per un periodo della sua vita, infatti, Migliori vive in campagna, dove il contatto con la natura incontaminata e le attività della vita contadina lo influenzano profondamente, non solo nella scelta dei soggetti e delle cromie nella sua successiva produzione pittorica, ma anche nel suo modo di approcciarsi alla vita come all’arte. La vita rurale, legata ai ritmi immutabili della natura e degli animali e basata sulla collaborazione tra gli individui, esempla infatti un sistema di valori ormai in gran parte perduti, basati sulla semplicità, sul sacrificio, la devozione e il senso del dovere, sull’amore e il rispetto verso il prossimo e verso il creato di cui l’uomo è parte integrante e non nemico e sfruttatore, come oggi appare nella sua corsa all’egoismo e alla superficialità. Gran parte della produzione pittorica di Migliori infatti, ritrae scene di vita familiare e contadina, paesaggi rurali, case immerse nella natura, casolari, distese di campi arati, riprodotti con uno stile pittorico che si avvicina al post impressionismo, in cui il pittore, attraverso l’accentuazione cromatica e il tratto deciso e materico, tende a rappresentare non solo le sensazioni ottiche percepite ammirando il creato, ma le forti emozioni da esse scaturite, trasfigurandole in senso poetico e lirico. Nelle raffigurazioni di Migliori, la vita è dominata dal tempo ciclico che rinasce nel perenne avvicendarsi delle stagioni, scandite dal lavoro e dalla fatica dell’uomo, ancora in simbiosi con la natura e i suoi immutabili ritmi. I manufatti dell’uomo, le masserie, i casolari, gli ovili, le chiese rurali, i muretti a secco, sono immersi nella natura in una meravigliosa sinfonia di colori, accesi e pastosi, dove i campi, l’erba, le chiome degli alberi mossi dal vento o riarsi dal sole, sono tratteggiati con decise, a volte ruvide, a volte dense pennellate o colpi di spatola, in cui i colori, vivi e caldi, accostati con estrema maestria, ci trasmettono il forte pathos evocato dalla terra che da secoli ci culla e ci nutre coi suoi frutti. Di grande rilievo è il ciclo pittorico basato sullo studio della storia della civiltà contadina preindustriale siciliana, legata al ciclo produttivo del frumento, il cui declino inizia negli anni ‘50, raffigurato in tutte le sue fasi, dalla semina, alla mietitura, al raccolto fino alla macinatura nei mulini ad acqua, strutture oggi spesso abbandonate e in disuso così come quei borghi agricoli in cui la popolazione contadina si riuniva nei mesi di lavoro creando un microcosmo autosufficiente, e che Migliori attraverso la sua opera vuole riportare all’attenzione della società per incentivarne un auspicabile recupero architettonico, in quanto simboli delle nostre radici e della nostra antica cultura senza la quale, probabilmente, finiremmo per perdere anche l’ultimo barlume della nostra identità.
Ai temi paesaggistici Migliori accosta con grande emotività anche i temi sociali, in questo caso attraverso l’uso di un simbolismo mistico e un espressionismo marcato, quasi “fauvista” nell’uso di colori “selvaggi” e violenti, sottolineando il malessere derivato dalla nostra società cosiddetta “evoluta” e industrializzata, ossia l’assoluta mancanza di umanità e amore verso il prossimo, che decreta l’esclusione e l’emarginazione delle fasce sociali più deboli, vittime dell’indifferenza quando non dell’odio sociale, ormai persi in un sistema di valori basato sull’egoismo e sulla mera ricerca della ricchezza materiale.
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Nella sua produzione, Migliori utilizza le tecniche di raffigurazione più varie: olio, acrilico, guazzo, carboncino, sanguigna, pastello, china; così come i supporti, spesso lavorati con tecniche arcaiche per migliorare la resa e la durata del dipinto: tavoletta, truciolare, tela di juta o di lino, legno, cartone, tegole antiche di cotto. In alcuni casi, la pittura di Migliori sconfina nella tecnica del puntinismo, ossia la scomposizione dei colori in piccoli punti costituiti da colori puri e complementari, che accostasti anziché mescolati accentuano la divisione e la percezione visiva delle cromie.
Le grandi doti artistiche di migliori non si limitano alla pittura, in quanto eccelle anche nel mosaico e nella cosiddetta “arte povera”, ossia nel riutilizzo di materiali e strumenti in disuso (legno, cocci, pezzi di tela, plastica, ecc.), che, esaurito il compito cui erano destinati, vengono riportati a nuova vita nella composizione artistica. Infine, grande importanza ha la sua attività di scenografo, che da decenni, a partire dall’esordio con l'opera teatrale “La Stazione”, di e con Sergio Rubini, lo ha portato a collaborare con grande successo con le più importanti compagnie teatrali catanesi.
Fin dagli anni ’70 le opere di Migliori sono esposte in innumerevoli mostre in tutta Italia, riscuotendo premi e riconoscimenti. Fra i tanti ricordiamo: le esposizioni presso la galleria “Il Cavalletto” di Milano, al Salone dell’auto Renault di Gallarate (Varese) e all'Auditorium Cardano al Campo di Varese (1978), il 1° premio presso l'Estemporanea Cibali Catania (1981), il 3° premio, sezione espressionismo, alla Prima Rassegna Nazionale di Pittura Contemporanea “Premio Limone d’Oro” a Bagheria (1983), il 3° Trofeo di pittura estemporanea, in seno al IV Festival Internazionale degli scacchi “Città di Catania” e la 17° edizione del “Maggio Artistico Catanese” (1991). Negli stessi anni fra la Sicilia e la Lombardia organizza varie mostre personali. Importante inoltre l’esposizione presso la “Festa dell’Unità” di Catania del 1991. Nel 1982 fonda insieme ad altri pittori siciliani l'ASCIA, Associazione Culturale Iniziative Artistiche Siciliane, con cui sarà presente sul territorio nazionale fino allo scioglimento, nel 1984. Tra le manifestazioni più importanti dell'ASCIA, la I Rassegna Nazionale di Pittura all'Hotel Nettuno di Catania, la I Estemporanea Nazionale di Pittura al “Villaggio Internazionale la Plaja” di Catania, l'VIII Centenario di S. Francesco d’Assisi a Città di Bugnato (La Spezia), la Mostra d’arte e Simposio di poesie a Sarzana (La Spezia), la XVIII Marguttiana al Centro storico culturale “C. Finelli” di Carrara, la Terza Collettiva d’Arte presso l'Aeroporto Militare “Fontanarossa” di Catania, la Mostra d’Arte Contemporanea al Palazzo della Borsa di Catania. La mostra personale antologica “Vent'anni di attività” inaugurata nel 1993 presso i locali dell’associazione artistico-culturale “Il Ridotto” di Catania rappresenta l'ultima del periodo: il doloroso furto avvenuto in questa circostanza, che lo priva di quasi tutta la sua produzione lasciandolo con solo una trentina di pezzi, lo spinge infatti a dedicarsi prevalentemente alla sua seconda passione: la scenografia. Dopo un esordio con l'opera teatrale “La Stazione”, di e con Sergio Rubini, Margherita Bui ed Ennio Fantastichini, progetta e realizza scenografie presso la compagnia “Quarta Parete” di Costantino Carrozza fino al 2008. Ad oggi, collabora con varie compagnie catanesi.
Ripresa a pieno ritmo l’attività pittorica, dal 2009 ad oggi ha partecipato a moltissime mostre e rassegne, tra cui ricordiamo: la Mostra Internazionale “AEM” organizzata dall'associazione Italia Arte a Milano (2011), la V, VI e VII edizione della Rassegna Culturale “Omnia Arte Festival” presso il Castello Normanno di Acicastello (2012, 2013, 2014), la Collettiva d'Arte Contemporanea “Arte e Danza al Massimo” presso il Teatro Massimo Bellini di Catania (2013), la Rassegna d'Arte Contemporanea “Natale, Natura e Arte” presso l'Orto Botanico di Catania (2013, 2014), la Rassegna “Quaderni d'Arte ai Minoriti” presso il Palazzo dei Minoriti di Catania (2014), l’Esposizione Pittorica presso la Galleria d'Arte “Spazio Mostre” di Torino (2014), il Concorso per il 300° anniversario della Tesoreria di Torino durante il quale si aggiudica il terzo premio per l’opera “Sognando la Tesoreria” (2015), la Collettiva “Mettiamoci in Mostra” presso Piazza dell’Arte di Torino (2015), la collettiva “Il Sacro nel Contemporaneo” presso la Chiesa di S. Nicolò l’Arena a Catania (2015), il “1° Cenacolo d’Arte" al Katanè Palace Hotel di Catania (2015), la personale presso la Tesoreria di Torino (2016), la collettiva “Cromie d'Arte Sacra” al Santuario Madonna del Carmine di Catania (2016), la Personale “La Grande Bellezza” presso Villa Idria a Viagrande (CT), sul tema della donna immigrata (2017), e le due importanti personali allestite presso la Biblioteca Comunale "Don Milani" di Torino (2015, 2018). Nel 2015 gli è stato conferito il premio alla carriera “Aquila di Federico II”. Dal 2007 ha intrapreso l'attività di educatore presso il Centro Siciliano di Riabilitazione di Catania, dove insegna a giovani con gravi disabilità fisiche e mentali l'arte della pittura e del mosaico.
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E. C.